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La verificazione del testamento olografo
Di testamento olografo, delle sue caratteristiche, come si può redigere e quali sono i rischi cui prestare più attenzione, ne ho già parlato in questo mio precedente articolo (clicca qui) cui rimando.
In generale possiamo riassumere che il testamento olografo rappresenta un atto di disposizione testamentaria nel quale il testatore, in piena autonomia e consapevolezza delle proprie facoltà mentali, redige personalmente il proprio testamento per iscritto, senza ricorrere all’ausilio di un notaio o di altri intermediari. Il testamento deve essere interamente scritto a mano dal testatore, datato e firmato in calce (come stabilisce l’art. 602 del codice civile).
La validità del testamento olografo è subordinata alla sua produzione dopo il decesso del testatore e alla sua integrità, che deve essere preservata sino alla sua presentazione in sede giudiziale.
Quando in corso di giudizio una parte contesta la autenticità del testamento si deve svolgere una cd. “verificazione” che è compiuta da un consulente tecnico nominato dal tribunale con una perizia calligrafica sul testamento.
E’ quindi possibile compiere una verifica dell’autenticità del testamento in corso di causa. Si tratta di una perizia grafologica sul testo del testamento stesso per poterne verificare l’autenticità.
Nel giudizio oggetto dell’ordinanza 8 Febbraio 2024, n. 3603 si pone la questione di valutare l’attendibilità di una perizia grafologica svolta non sul testamento originale ma sua una sua copia e delle conseguenze giuridiche che ne derivano.
Attendibilità della perizia calligrafica sul testamento
Se in giudizio si vuole dedurre la nullità del testamento olografo depositato da un’altra parte e si richiede per questo motivo lo svolgimento di una perizia che ne attesti la autenticità o meno, questa deve svolgersi sul testamento originale e non su una copia.
La Cassazione precisa che nel giudizio civile il giudice può avvalersi di qualsiasi tipo di prove perché non esiste un elenco tassativo delle prove che devono essere utilizzate. Questa regola si applica anche ai giudizi di falso (come quello per dimostrare la non autenticità del testamento olografo) per cui il giudice civile può attribuire rilievo anche a presunzioni o testimoni per ritenere dimostrata la falsità del testamento.
Questo non permette però di violare le regole sullo svolgimento della perizia tecnica sul testamento che si deve svolgere sull’originale. Queste le parole della Cassazione: “l‘esame grafologico deve necessariamente compiersi sull’originale, poiché soltanto su quest’ultimo possono rinvenirsi quegli elementi la cui peculiarità consente di risalire, con elevato grado di probabilità, al reale autore della sottoscrizione“.
Leggi anche: Testamento: alterazione del testo, conseguenze?
Le conseguenze giuridiche di una perizia grafologica su una copia
La Cassazione spiega perché la perizia grafologica sul testamento si deve obbligatoriamente svolgere sull’originale per poter essere attendibile, infatti solo la verifica del testo originale permette di individuare quegli elementi la cui peculiarità consente di risalire, con elevato grado di probabilità, al reale autore della sottoscrizione in relazione alla:
- specificità del profilo calligrafico
- degli strumenti di scrittura abitualmente usati
- delle caratteristiche psico – fisiche del soggetto rappresentati dalla firma
La perizia svolta su una copia del testamento risulta invece inattendibile perchè la copia è inidonea a rendere percepibili segni grafici personalizzati ed oggettivi oltreché non garantire nemmeno l’unicità dell’atto perché potrebbe facilmente essere manipolato.
E se la perizia si svolge in parte sull’originale e in parte sulla copia?
In questo caso la Cassazione stabilisce che sia sufficiente affinché la perizia si possa considerare attendibile che si sia svolta una prima verifica sull’originale per poterne individuare quegli elementi caratteristici e oggettivi che ne garantiscono l’attendibilità e poi il resto delle verifiche si potrà ben compiere sulle eventuali copie.
Leggi anche: Il testamento olografo del non vedente: cosa dice Cass., 15 gennaio 2024, n. 1431
Tutelare i propri diritti in giudizio
Capita spesso che tra eredi sia difficile trovare un accordo sul significato delle parole che il proprio parente ha lasciato nel testamento. Può anche capitare che ci siano dei sospetti sulla autenticità di un testamento rinvenuto. E’ quindi spesso utile ricorrere a una perizia calligrafica sul testamento in modo da verificare se il testamento olografo ritrovato sia stato effettivamente scritto di proprio pugno dal defunto.
E’ importante però stare attenti e per non permettere che sia svolta una perizia calligrafica in modo non conforme ai parametri di legge e segnati dalla giurisprudenza. E’ sempre possibile tutelare i propri diritti facendo ricorso alla procedura di mediazione civile, che è obbligatoria nelle materie successorie. Questa è una procedura che permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale. Inoltre, comporta degli importanti vantaggi fiscali e soprattutto dei costi inferiori a un giudizio ordinario.
Anche in corso di mediazione sarà infatti possibile svolgere una perizia calligrafica sul testamento.
Altrimenti è possibile fare ricorso per un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) che permette, qualora fosse urgente, di svolgere una perizia calligrafica ancora prima del giudizio. Poi, ovviamente, questa perizia potrà essere fatta valere anche nel successivo giudizio.
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