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Vendita del parcheggio condominiale: la sentenza della Cassazione 2024
La Corte di Cassazione ha di recente emanato una importante sentenza, la n. 1436 del 15 gennaio 2024, in cui ha affrontato un caso complicato di vendita di appartamenti condominiali comprensivi di area parcheggio.
Il caso, molto complesso, si può riassumere nella richiesta del venditore dell’appartamento a richiedere un maggior compenso per aver ceduto, insieme all’appartamento, anche il diritto all’uso del posto auto condominiale. La Cassazione ha stabilito che se nella vendita si fa espresso riferimento alla cessione oltreché dell’unità immobiliare anche del diritto all’uso del posto auto, allora il venditore ha diritto a richiedere una maggiorazione rispetto al prezzo di vendita base per l’unità immobiliare che compensa anche la cessione del posto auto.
Se, invece, nell’atto di vendita non viene accordata espressamente anche la cessione del posto auto condominiale, allora il venditore che convenga in giudizio l’acquirente per vedersi riconosciuto il diritto alla maggiorazione del prezzo deve farne apposita domanda.
Infine, è importante sottolineare che la Cassazione ha altresì indicato che il diritto all’uso del posto auto condominiale è soggetto a prescrizione: in particolare se il diritto non viene esercitato per un ventennio.
Leggi anche: Servitù di parcheggio: la Cassazione ne conferma l’ammissibilità
Tutelare i propri diritti in giudizio
Lo studio Ticozzi Sicchiero & Partners offre la sua assistenza anche nelle controversie in materia immobiliare.
E’ sempre possibile tutelare i propri diritti facendo ricorso alla procedura di mediazione civile, che è obbligatoria nelle materie successorie. Questa è una procedura che permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale. Inoltre, comporta degli importanti vantaggi fiscali e soprattutto dei costi inferiori a un giudizio ordinario.
Altrimenti è possibile fare ricorso per un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) che permette, qualora fosse urgente, di svolgere una perizia calligrafica ancora prima del giudizio. Poi, ovviamente, questa perizia potrà essere fatta valere anche nel successivo giudizio.
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