Eredità in caso di separazione o divorzio: a chi va l’eredità?

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Eredità in caso di separazione o divorzio: i diritti dell’ex coniuge

La successione del coniuge separato o divorziato è regolata in parte dal codice civile ed in parte dalla legge sul divorzio del 1970.

Chi è separato resta coniuge e quindi ha diritto alla quota di legittima dell’eredità del coniuge defunto, a condizione però che la separazione non gli sia stata addebitata.

Se invece la separazione gli sia stata addebitata, allora -dice il codice civile- il separato “ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell’apertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto”.

Questa vale anche in caso di addebito reciproco, Quindi il fatto che la separazione sia stata addebitata anche al defunto non è di aiuto al separato superstite, cui pure sia stata addebitata con la sentenza.

Il divorzio scioglie invece il matrimonio e quindi non c’è diritto di successione sui beni del defunto, C’è de precisare  che se il coniuge muore finchè il processo di divorzio è in corso, allora questo processo non più essere proseguito, perché è la morte a sciogliere il matrimonio.  In un caso simile la successione è regolata da quanto visto prima a proposito della separazione.

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I diritti successori del coniuge separato o divorziato: la reversibilità della pensione

Il divorzio non elimina però tutti i diritti del superstite. Se infatti il superstite abbia diritto ad un assegno determinato in sede di divorzio e non sia passato a nuove nozze e nel contempo il defunto non si fosse risposato, avrà allora diritto alla pensione di reversibilità di questo.

In tale ipotesi il diritto alla reversibilità deriva non a titolo di successione ma a titolo previdenziale. L’unica condizione prevista dalla legge è che il rapporto di lavoro del defunto fosse iniziato prima della sentenza di divorzio.

Se invece il coniuge defunto si fosse risposato, allora il divorziato avrà diritto ad una quota della pensione, in concorso con il nuovo coniuge, anche se poi si sia solo separato. Al nuovo coniuge spetteranno inoltre tutti i diritti derivanti dalla successione verso il coniuge defunto.

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L’assegno alimentare e la quota di t.f.r. (liquidazione)

In secondo luogo se il divorziato ed avente diritto all’assegno si trovi in stato di bisogno, non potrà chiedere la revisione dell’assegno verso il coniuge defunto. Potrà domandare invece un assegno periodico a carico dell’eredità, se abbia accettato l’eredità.

Infine, sempre se il coniuge superstite abbia diritto ad un assegno determinato in sede di divorzio e non sia passato a nuove nozze, avrà diritto anche ad una percentuale della liquidazione (trattamento di fine rapporto) dell’altro coniuge, non a titolo di successione ma come diritto autonomo.

Ovviamente se la liquidazione fosse già stata corrisposta prima del divorzio, allora la questione non si pone perché il diritto sorge dopo la sentenza di divorzio, non prima; quindi il caso ricorre se il coniuge muoia dopo la sentenza di divorzio. Come indica la cassazione “il diritto alla quota sorge quando la indennità sia maturata al momento o dopo la proposizione della domanda di divorzio, e dunque anche prima della sentenza di divorzio. La indennità suddetta non compete, pertanto, nella sola ipotesi in cui sia maturata anteriormente al descritto momento”.

Sempre come dicono i giudici, “condizione per il riconoscimento della quota del trattamento di fine rapporto spettante all’ex coniuge, è che quest’ultimo sia già titolare di assegno divorzile o abbia presentato la relativa domanda al momento in cui l’altro ex coniuge abbia maturato il diritto alla corresponsione del trattamento”.

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Tutelare i propri diritti erditari

Lo studio Ticozzi Sicchiero & Partners offre la propria assistenza anche in materia di successioni.

Per evitare dispute legali è sempre una buona regola rivolgersi a un professionista per un parere legale. Nell’ambito delle successioni e, nello specifico, dell’eredità in caso di separazione o divorzio le regole si infittiscono ed è difficile avere un quadro chiaro dei propri diritti e di ciò che spetta per legge.

Tentare un accordo solutorio è la prima politica dello studio legale Ticozzi e Sicchiero. Se ciò non fosse sufficiente o qualora nascessero delle controversie è sempre possibile tutelare i propri diritti facendo ricorso alla mediazione civile. Una procedura obbligatoria che permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale.

Se l’accordo fallisse sarà poi sempre possibile avviare un giudizio ordinario.

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