Declassificazione tacita di beni pubblici: l’usucapione nelle ultime parole della Cassazione

Indice:

Cosa è la declassificazione tacita dei beni pubblici?

La sentenza qui in commento affronta un tema che riguarda l’uso dei beni pubblici dello Stato che fanno parte del cosiddetto “demanio”. I beni demaniali indisponibili costituiscono una categoria peculiare di beni, sottoposta a particolari normative e vincoli giuridici. Questi beni rappresentano un patrimonio pubblico di particolare rilevanza, destinati a soddisfare interessi generali e collettivi della collettività, e come tali, non possono essere oggetto di disponibilità privata.

In conformità con l’articolo 822 c.c., i beni demaniali sono quei beni che appartengono allo Stato, alle Regioni e ai Comuni, ma che non sono adibiti ad un uso pubblico specifico. Questi beni sono suddivisi in due categorie principali: demaniali indisponibili e demaniali disponibili. I beni demaniali indisponibili sono quelli che, per disposizione di legge o per loro natura, non possono essere alienati, né trasferiti in proprietà privata.

La questione che si pone è quindi se sia possibile che un bene pubblico facente parte del demanio indisponibile dello Stato possa essere “declassificata” (cd. declassificazione tacita) e quindi entrare a far parte dei beni disponibili dello Stato con conseguenze anche sull’acquisto di quei beni.

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Le caratteristiche dei beni demaniali indisponibili

Tra i beni dello Stato che sono indisponibili rientrano ad es. le spiagge, le miniere e i bagni termali, ma anche le raccolte dei musei e le sedi dei pubblici uffici, per citarne alcuni.

Le caratteristiche principali dei beni demaniali indisponibili includono:

  • Inalienabilità: Questi beni non possono essere venduti, ceduti o trasferiti in proprietà privata. La legge prevede specifici vincoli che ne impediscono la commercializzazione.
  • Imprescrittibilità: I beni demaniali indisponibili non possono essere oggetto di usucapione, cioè acquisiti da terzi per possesso continuato nel tempo, indipendentemente dalla durata della detenzione.
  • Destinazione a fini pubblici: Nonostante non siano adibiti ad un uso pubblico specifico come nel caso dei beni demaniali disponibili, i beni demaniali indisponibili sono destinati a soddisfare interessi generali e collettivi della società.
  • Gestione e Tutela: Essi sono gestiti dalle amministrazioni pubbliche competenti e sono soggetti a specifiche normative che ne regolano l’utilizzo e la conservazione.
  • Utilizzo per finalità sociali e ambientali: Molte volte, i beni demaniali indisponibili sono destinati a scopi sociali, ambientali o culturali, contribuendo al bene comune e alla tutela del territorio.

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La declassificazione tacita e l’usucapione dei beni pubblici è possibile?

La sentenza qui in commento affronta il caso di un cittadino romano che ha agito in giudizio nei confronti dell’amministrazione comunale per vedersi riconosciuta la proprietà per usucapione di un piccolo appezzamento di terreno che usava da oltre trent’anni non solo come parcheggio personale, ma anche come stabilimento della propria azienda e che, nel tempo, aveva rinnovato.

Il tema riguarda la possibilità che un bene pubblico facente parte del patrimonio indisponibile dello Stato diventi un bene facente parte del patrimonio disponibile (così venendo declassificato) a causa della mancanza di un atto amministrativo della pubblica amministrazione che lo destini all’uso pubblico e di una concreta utilizzazione del bene (secondo presupposto per riconoscere l’indisponibilità).

Il terreno infatti apparteneva a un ente pubblico dismesso con una legge del 1975 e da quel momento non era più stato utilizzato per alcuno scopo e il ricorrente lo aveva cominciato a utilizzare poco dopo come spazio proprio, ritenendo così che lo avesse acquistato per usucapione.

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La determinazione legislativa di uso pubblico

La Cassazione ha infine rigettato il ricorso del cittadino affermando che, seppur l’ente pubblico proprietario del terreno era stato dismesso con una legge del 1975, la stessa legge prevedeva che i beni appartenenti a quegli enti fossero trasferiti al Comune.

La legge quindi prevedeva espressamente l’attribuzione di quei beni ad altri enti pubblici (qui il Comune) e per il semplice fatto di non essere utilizzati anche per lunghissimi periodi di tempo non perdono la loro caratteristica di bene di Stato indisponibile.

Dunque, secondo la Cassazione il semplice passare del tempo, anche molto prolungato, non permette la declassificazione del bene pubblico da demanio indisponibile a demanio disponibile (unica condizione che ne permetterebbe l’usucapibilità e quindi che divenga proprietà privata di un cittadino).

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Per evitare dispute legali è sempre una buona regola rivolgersi a un professionista per un parere. Accertare l’usucapione e/o la proprietà di un terreno può sembrare un procedimento burocratico ma spesso nasconde trappole legali e un semplice procedimento può trasformarsi in un aspro contenzioso senza le dovute cautele.

E’ possibile anzitutto verificare con un procedimento cautelare cd. ATP (Accertamento tecnico preventivo) se il bene è stato effettivamente usucapito tramite una consulenza tecnica che viene effettuata fuori dal giudizio ma che ha il suo stesso valore.

Se ciò non fosse sufficiente o qualora nascessero delle controversie è sempre possibile tutelare i propri diritti facendo ricorso alla mediazione civile. Una procedura obbligatoria che permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale.

Se l’accordo fallisse sarà poi sempre possibile avviare un giudizio ordinario.

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