Quote di eredità: modalità di calcolo, tabella, diritti e limiti

Indice:

Le diverse forme di successione

Innanzitutto, bisogna distinguere tra successione legittima e testamentaria.

Nel primo caso, i beni del defunto vengono suddivisi tra i suoi eredi secondo la legge. Nel secondo caso, invece, il defunto ha predisposto un testamento in cui indica come vuole che i suoi beni vengano distribuiti.

Non è detto che il testamento debba essere rispettato dagli eredi. Infatti se vengono lesi i diritti di alcuni soggetti protetti dalla legge, questi possono impugnarlo.

Queste persone possono anche impugnare le donazioni fatte in vita se ledono i loro diritti, anche in mancanza di testamento. Questo tipo di successione si chiama “necessaria”, perché non si può sottrarre il diritto ai legittimari di avere ciò che spetta loro.

La protezione che la legge accorda ai legittimari si chiama azione di riduzione. Si ricordi che in base alla legge sulle unioni civili di persone dello stesso sesso, queste sono parificate al coniuge nelle successioni.

Le quote di eredità: tabella riassuntiva

  Chiamati a succedere per legge Quota di patrimonio spettante
1 solo il coniuge tutto
2 il coniuge e un figlio metà a testa
3 il coniuge e due figli 1/3 al coniuge e 2/3 ai figli
4 il coniuge e più di due figli 1/3 al coniuge e 2/3 ai figli
5 solo il coniuge, fratelli e sorelle 2/3 al coniuge e 1/3 ai fratelli e sorelle
6 solo il coniuge, fratelli, sorelle e genitori 2/3 al coniuge e 1/3 agli altri (ai genitori almeno 1/4)
7 solo un figlio tutto
8 solo più figli tutto suddiviso in parti uguali
9 solo un genitore tutto
10 solo due genitori metà a testa
11 solo genitori, fratelli e sorelle suddiviso in parti uguali (ai genitori almeno 1/2)
12 solo fratelli e sorelle tutto, suddiviso in parti
13 solo nonni a metà tra nonni paterni e materni
14 solo bisnonni e altri ascendenti tutto a chi ha il grado di parentela più vicino
15 solo altri parenti Entro il sesto grado al parente più vicino che esclude gli altri
questa è una tabella riassuntiva dei diritti dei parenti

Come si legge la tabella per il calcolo delle quote di eredità

Nel calcolo delle quote di eredità, ci concentreremo però sulla successione legittima, che si segue se manca in tutto o in parte il testamento.

La successione legittima si basa sul principio della parentela fino al sesto grado al massimo.

La regola generale è che i parenti più vicini escludono i più lontani.

I beni del defunto vengono suddivisi tra i suoi eredi in modo proporzionale alla loro parentela con lui. I primi eredi sono il coniuge o l’unito/a civilmente ed i figli e loro escludono chiunque altro. Se c’è il coniuge ed un figlio solo, il patrimonio si divide a metà.

Quando sopravvivono il coniuge o l’unito/a civilmente e più figli, al primo va un terzo del patrimonio, mente ai figli spettano in quote uguali i restanti 2/3. L’unito/a civilmente può avere figli se ad es. sia stata consentita l’adozione.

Se c’è il coniuge o l’unito/a civilmente e non ci sono figli, un terzo spetta ai genitori ed ai fratelli del defunto.

Si ricordi che è erede legittimo anche il coniuge separato senza addebito ma non il coniuge divorziato.

E’ erede legittimo anche l’unito/a civilmente nel caso di unione civile tra persone dello stesso sesso.

Al coniuge e all’unito/a civilmente spetta anche il diritto di abitazione nella casa coniugale ed il diritto di uso dei beni mobili che la arredano.

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Le quote in assenza del coniuge e di figli

Se il defunto non ha figli e non ha coniuge o unito/civilmente, le sue proprietà passano ai suoi genitori in parti uguali.

L’eredità va divisa tra tutti quando invece sopravvivono sia i genitori che fratelli.

Se il defunto non ha né figli né genitori, l’eredità passa interamente ai fratelli.

Se un fratello è morto prima dell’attuale defunto, quanto sarebbe spettato a lui va ai suoi discendenti per “rappresentazione”.

In mancanza di fratelli si trasmette tutto ai parenti di grado più vicino e così via fino al sesto grado al massimo.

Se mancano parenti entro il sesto grado il patrimonio va allo Stato.

Il calcolo delle quote se ci sono legittimari

Il calcolo delle quote di eredità può essere ulteriormente complicato dalla presenza di eventuali testamenti o disposizioni a titolo gratuito del defunto. In questi casi, le quote di eredità possono essere modificate o addirittura annullate.

Infatti il coniuge, i discendenti e, se mancano, gli ascendenti, sono protetti dalla legge in quanto “legittimari”. Occorre fare un calcolo particolare per sapere se ciò che rimane al momento della morte e che viene destinato ai legittimari sia rispettoso dei loro diritti,

Tuttavia non basta individuare i beni e le proprietà lasciate dal defunto al momento della morte per determinare quanto deve giungere ai legittimari. 

Occorre invece calcolare anche le donazioni fatte in vita, con una somma virtuale.

Mettendo insieme ciò che avanza (“relictum”) e ciò che si è donato (“donatum”) si determina l’asse ereditario, cioè il totale del patrimonio.

Poi si devono calcolare le quote di eredità che la legge riserva ai legittimari, che sono diverse da quelle indicate nella successione legittima.

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Bisogna calcolare le donazioni fatte in vita dal defunto

I figli ed il coniuge o l’unito/a civilmente devono calcolare nella loro quota anche le donazioni ricevute in vita. Il defunto può però dispensarli da questo obbligo entro certi limiti (cosiddetta dispensa dalla collazione).

Inoltre il concetto di donazione è molto ampio perché include sia le donazioni in senso proprio, sia le c.d. donazioni indirette. E’ donazione indiretta, ad es., pagare un debito di un figlio.

Può allora accadere che ciò che rimane sia sufficiente a soddisfare i loro diritti oppure no.

Se non è sufficiente, allora i legittimari possono impugnare il testamento e le donazioni fatte in vita ad altri con l’azione di riduzione.

Bisogna comunque tener conto che chi muore ha comunque diritto di fare in vita ciò che vuole di una parte variabile del suo patrimonio, comunque non inferiore ad un quarto.

Questo diritto si esercita o con donazioni in vita o con il testamento o con entrambe le ipotesi.

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Conclusioni: come tutelare i propri diritti

In conclusione, il calcolo delle quote di eredità dipende dalla presenza e dal grado di parentela degli eredi, nonché dalla presenza e dalle disposizioni contenute in eventuali testamenti e da eventuali donazioni fatte in vita.

Tutelare i propri diritti di parente non è sempre facile e molto spesso capita che questi diritti vengano lesi da comportamenti poco coscienti. E’ sempre possibile tutelare i propri diritti di erede avviando una procedura di mediazione civile. Questa permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale. 

Comporta inoltre degli importanti vantaggi fiscali e ha dei costi ridotti rispetto al giudizio ordinario. Inoltre, svolgere la procedura di mediazione è obbligatorio per legge e, se anche dovesse fallire, si potrà sempre fare ricorso al tribunale competente e lì si terrà conto del comportamento delle parti tenuto in mediazione per la condanna alle spese di giudizio. 

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