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Obblighi fiscali ed accettazione tacita dell’eredità
Quando si accetta un’eredità, i propri beni e la quota del patrimonio del defunto “si confondono”, cioè si uniscono. Questa è spesso una conseguenza positiva, ma può non esserlo se i debiti del defunto superano il valore dei suoi beni. Infatti in questo caso l’erede dovrà pagare quei debiti con denaro di tasca propria.
Se si è certi che l’eredità sia dannosa, allora si può rinunciare, a patto che non si sia già verificata un’ipotesi di “accettazione tacita”. L’accettazione tacita avviene spesso inconsapevolmente e, quando avviene, non si può più revocare.
Questo accade, ad es., se si vende un bene dell’eredità, perché solo chi è erede può farlo.
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Cosa accade quando si presenta la dichiarazione di successione?
Il problema è se la presentazione della dichiarazione di successione, che è obbligatoria anche se non si è accettata l’eredità in base al testo unico delle imposte di successione, comporti appunto accettazione tacita dell’eredità.
Il testo unico delle imposte ipotecarie e catastali (che contiene regole diverse) dice che la semplice predisposizione e successiva trascrizione del “certificato di eredità” valgono solo per gli obblighi stabiliti da quelle norme.
Questa regola viene intesa comunemente nel senso che non ne deriva accettare l’eredità; in altre parole, siccome si tratta di un obbligo fiscale, non ne segue l’accettazione dell’eredità.
Questa conseguena vale sia a favore –perchè non si è tenuti a pagare debiti del defunto solo per aver presentato la dichiarazione- sia a sfavore, perché se si vuol diventare effettivamente eredi, occorre procedere con l’atto di accettazione.
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La precisazione della giurisprudenza
C’è però una distinzione da operare, perchè la Cassazione, con l’ordinanza 14/4/2022, n. 12259 ha detto che “a differenza della mera denuncia di successione, che ha valore esclusivamente fiscale, la voltura catastale ha invece rilievo sia agli effetti civili che a quelli catastali, ed è atto idoneo ad integrare un’accettazione tacita dell’eredità. Pertanto, deve considerarsi erede colui che ha effettuato la voltura al catasto dei beni del de cuius a proprio favore“.
Di conseguenza se si presenta la sola dichiarazione di successione non si diventa eredi (qualora non si fosse già accettata l’eredità) ma se si aggiunge anche la voltura catastale allora l’effetto è quello appena indicato.
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Quali attenzioni occorrono quando si compila la dichiarazione di successione
Il problema è quindi se la voltura catastale dipenda o meno da una scelta di chi presenta la dichiarazione e la risposta è positiva: il modello della dichiarazione di successione presente sul sito dell’agenzia delle entrate contiene nella prima pagina la voce “casi particolari”, con la possibilità di scegliere “Dichiaro di non voler dar corso alle conseguenti volture catastali”.
In questo modo il dichiarante assolve all’obbligo fiscale di presentare la dichiarazione, ma senza accettare tacitamente l’eredità.
Questo è importante se il dichiarante: a) non intende accettare in quel momento, riservandosi di rinunciare (ma qui sarebbe allora meglio pensarci prima di fare la dichiarazione); b) intende accettare l’eredità con beneficio d’inventario, per evitare le conseguenze che derivano da un’eredità “dannosa”.
Conclusioni
Insomma: la dichiarazione di successione è un obbligo fiscale da adempiere; tra l’altro fino a quando non sia presentata, è vietato al notaio di stipulare atti di trasferimento dei beni immobili compresi nell’eredità ed alle banche di far avere agli aventi diritto (che ancora non siano eredi) i soldi dei conti correnti e quanto si trovi in cassette di sicurezza.
Però questo dichiarazione, senza voltura catastale, ancora non è atto di accettazione dell’eredità e quindi non obbliga a pagare i debiti del defunto. E’ però importante sapere che esistono anche altri comportamenti che fanno accettare tacitamente l’eredità, anche al di fuori della voltura catastale.
Tutelare i propri diritti e la propria eredità
Lo studio Ticozzi Sicchiero & Partners offre la propria assistenza anche in materia successoria.
Per evitare dispute legali è sempre una buona regola rivolgersi a un professionista per un parere legale. Nelle pratiche successorie sia che un testamento ci sia, sia che il parente sia defunto senza lasciare testamento la gestione dell’eredità è sempre complessa. E’ possibile anzitutto fermare la decadenza e la prescrizione dei propri diritti con una formale diffida ad adempiere.
Se ciò non fosse sufficiente o qualora nascessero delle controversie è sempre possibile tutelare i propri diritti facendo ricorso alla mediazione civile. Una procedura obbligatoria che permette di raggiungere un accordo stragiudiziale che ha il valore della sentenza del tribunale.
Se l’accordo fallisse sarà poi sempre possibile avviare un giudizio ordinario.
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